30.9.14

Prime osservazioni dopo cinque mesi di navigazione


© Tara Expeditions




Maria Luiza-Pedrotti, laureata in oceanografia in Brasile e ricercatrice del CNRS,  lavora presso l’Osservatorio oceanologico di Villefranche-sur-mer. Prima di imbarcarsi sulla goletta per studiare la micro- e macro-fauna attaccata alla plastica e procedere alla caratterizzazione dei campioni raccolti, ci spiega le tecniche impiegate e le zone di campionamento prescelte.



“Dallo scorso maggio, inizio della missione Tara Mediterraneo, abbiamo già setacciato 150 tratti di mare con la rete Manta e 40 con la rete Bongo. I frammenti di plastica sono stati issati a bordo e preparati per le analisi successive. Siamo quindi in fase di campionamento. Tara sta effettuando una quadrettatura degli ecosistemi mediterranei al fine di realizzare un'analisi completa della situazione. 
La strategia di campionamento della spedizione Tara Mediterraneo consiste in prelievi al largo ma anche lungo le coste vicino alle città, nei pressi delle foci dei fiumi e dei porti al fine di studiare gli effetti delle attività antropiche* e la pressione esercitata dall’ambiente terrestre. 

Siamo interessati sia al litorale che al mare aperto in quanto ciò ci consente di studiare l'influsso della corrente nella dispersione della micro-plastica, la presenza di vortici e meandri che si formano temporaneamente e possono accumulare frammenti, l'effetto dei venti in superficie e sulla distribuzione dei frammenti nella colonna d'acqua. Questo è il motivo per cui, in caso di maltempo, viene utilizzata la rete  Bongo, che rimane sotto la superficie, al posto della rete Manta, che invece recupera le microplastiche nello strato neustonico (strato superficiale) quando il mare è calmo. 

Abbiamo effettuato prelievi  anche di notte, quando il  plancton in profondità migra verso la superficie alla ricerca di cibo ed entra così in contatto con le materie plastiche. Trovare i pezzetti di plastica mescolati con questi organismi a volte luminescenti è stata una vera sorpresa. Il nostro obiettivo è conoscere la parte di micro-plastica presente nella rete trofica*. Queste micro-plastiche hanno dimensioni simili a quelle  del plancton e possono quindi venire confuse e ingerite da organismi filtratori come alcune specie di pesci e le balene. 

La nostra preoccupazione principale, all'inizio della missione Tara Mediterraneo, era coprire il più possibile tutto il bacino del Mediterraneo e le diverse strutture fisiche che lo caratterizzano. Per farlo, gli scienziati della missione preparano le mappe di campionamento e scelgono le aree di campionamento servendosi di immagini satellitari e di modelli di circolazione oceanica. Questi strumenti sono forniti  dalla società Mercator Océan e servono a determinare le aree di interesse per il campionamento in mare. Per il meteo,  ci serviamo del  sito Sea-Seek per conoscere le correnti, i venti e le onde di superficie. I servizi del sito My Ocean forniscono informazioni sullo stato del mare in base alla combinazione di osservazioni spaziali e in situ.  Le mappe sono aggiornate quotidianamente in base ai cambiamenti meteorologici e idrologici. 

Il Mediterraneo non dispone di strutture permanenti quali i giri (gyre)* che si osservano negli oceani e che si formano per effetto della rotazione terrestre (forza di Coriolis). In queste zone la plastica è trascinata dalle correnti vorticose e va a concentrarsi su migliaia di chilometri al centro dell'Atlantico o del Pacifico. Studi condotti dal 2011 nella parte nord-occidentale del Mediterraneo mostrano che la quantità di plastica è dello stesso ordine di grandezza di quella rilevata in queste zone turbolente - un fatto che ci preoccupa molto. I primi risultati di Tara sono allarmanti! Sono stati trovati frammenti di plastica in ogni punto in cui la rete è stata tirata su, da ovest a est del "Mare Nostrum". 


M. L. Pedrotti 



Antropico: che ha origine umana; che è causato dall'uomo. 
Rete trofica: un insieme di catene alimentari collegate tra loro all’interno di un ecosistema. 
Giro oceanico: gigantesco vortice di acqua oceanica formato da un insieme di correnti marine. I gyre sono causati dalla forza di Coriolis.