26.9.13

La traversata del Nunavut


Loic Vallette, capitano di Tara, in timoneria, impegnato a portare
l'equipaggio verso lo stretto di Bellot nel minor tempo possibile.
©V.Hilaire/Tara Expéditions




Continua la nostra corsa verso lo stretto di Bellot. Quanto al ghiaccio, la situazione è piuttosto stabile e ci incoraggia a portare avanti la nostra scelta di arrivare al più presto a questo punto strategico del Passaggio di Nord-Ovest, prima di costeggiare il fianco occidentale della penisola di Brodeur.



Si succedono i giorni e le notti di navigazione a motore senza soste per il campionamento del plancton. Gli scienziati hanno deciso di continuare il loro lavoro nel laboratorio secco interno, dove arriva acqua pompata continuamente dallo scafo di Tara. Così si completa l'operazione di raccolta di tutti i dati biologici, fisico-chimici, oceanografici e di imaging che vengono registrati dagli strumenti a bordo.

Stamattina Loïc Vallette, il capitano, ci ha aggiornato sulla situazione meteo dei prossimi giorni. Le notizie sono buone e, rispetto ai giorni scorsi, lasciano più spazio alla speranza. Le temperature permangono molto clementi al momento, e ciò rallenta la formazione di nuovo ghiaccio giovane. D’altra parte, non avremo raffiche di vento nei prossimi giorni, piuttosto godremo di una certa calma grazie all’anticiclone che si è installato nella zona; il che significa che l’angusto corridoio lungo la penisola di Brodeur dovrebbe regalarci una navigazione senza onde in mezzo ai ghiacci, facilitando il controllo radar.

Al momento tutto ciò è pura teoria; nell’Artico i cambiamenti possono essere molto rapidi e talvolta violenti. Prudenza dunque e soprattutto pazienza, una delle più importanti virtù richieste dall’Artico in ogni viaggio tra le sue regioni isolate e selvagge. 

Ieri notte, durante il turno di guardia, abbiamo incrociato un'altra imbarcazione che navigava in senso inverso verso "Tuk". Un’occasione buona per intrattenere uno scambio cordiale, colorato dall’accento canadese, con il marinaio che faceva il turno di guardia su quella nave cargo che trasporta approvvigionamenti ai vari villaggi canadesi sparsi lungo il Passaggio di Nord-Ovest. Dopo alcune utili informazioni sullo stato dei ghiacci, la conversazione si è conclusa con un “fate attenzione pure voi”.

Dopo i territori del Nord-Ovest, siamo entrati in un’altra regione candese: il Nunavit, che in Inuktitut - la lingua degli Inuit parlata qui oltre al francese, all’inglese e al “franglish” - vuol dire “terra nostra”. La popolazione di questa regione la cui capitale è Iqaluit era di 31 556 abitanti nel 2009; ovvero 0,02 abitanti per chilometro quadrato. 

Attraversiamo dunque un immenso deserto, e i paesaggi di tundra che si intravedono di tanto in tanto confermano che non c’è molta gente nei dintorni.


Vincent Hilaire