19.6.13

La testimonianza di Lionel Guidi (Villefranche/CNRS), scienziato capo a bordo di Tara, nel tratto tra Lorient e Tromso.

Y.Chavance/TaraExpéditions
È stata una delle migliori missioni a cui ho avuto modo di partecipare. Tara, essendo una barca a vela che a priori potrebbe rappresentare un ostacolo in una missione oceanografica, è stata fortemente adattata alle nostre esigenze, grazie a una serie di migliorie apportate quali il laboratorio umido o il laboratorio secco.

La partenza da Lorient il 19 maggio è stata incredibile e rimarrà uno dei ricordi più belli della mia carriera scientifica. Questa missione per me non è stata solo un’avventura scientifica, ma anche una vera e propria avventura umana. Tutta l’équipe di Tara, a terra e in mare, ha fatto tutto il possibile per facilitare il nostro lavoro.

L'equipaggio (Loïc, Samuel, Daniel, François, Louis, Dominique) era eccezionale, sempre pronto ad aiutare e a mettere in funzione tutti i mezzi per garantire che il lavoro avvenga nelle migliori condizioni. Dominique, la nostra cuoca, aveva verso di noi mille attenzioni (tè, cioccolata calda, snack e molto altro) e si prendeva cura di noi tutti i giorni, sono piccoli dettagli che rendono più gradevole il lavoro sul ponte, di per sé duro e svolto in condizioni difficili. A bordo regnava una vera e propria atmosfera collegiale, e la coesione tra scienziati e marinai è reale e molto efficiente. Il fatto che la scienza partecipi ai doveri della vita in barca (lavare i piatti, fare le pulizie, i turni di guardia e così via) è certamente un fattore promotore di tale coesione. Dopo un mese a bordo abbiamo la sensazione di essere parte di una "famiglia".

Per concludere, l'unica cosa impossibile con Tara è non aver voglia di reimbarcarsi!
Lionel Guidi